mercoledì 24 giugno 2015

Il cibo dell'uomo - F. Berrino


Argomento trito e ritrito, si dirà.
Forse. E' vero che se ne sente sempre parlare, che si dice che avere una buona alimentazione e un buon stile di vita ci aiuta a conservare un buono stato di salute. Ma poi quando cerchi di capire meglio che cosa vogliano dire questi termini, allora le risposte risultano più vaghe. Ognuno dice la sua, in genere i medici si limitano a "faccia un po' di attività fisica e a tavola non abusi".
Come se il concetto di abuso sia universale. Oddio, che di fronte al pranzo di natale siamo davanti a un abuso tutti siamo consapevoli, ma cosa significa non abusare nella vita di ogni giorno? E' un problema di quantità? Cosa significa mangiare bene e cosa è invece mangiare male? Quali sono gli alimenti che devono essere evitati, quali quelli da consumare sporadicamente e quali quelli indispensabili?

Se non ci si chiarisce questo, è difficile poi orientarsi. E le indicazioni sembrano così vaghe da non segnalarci con sufficiente chiarezza come operare un cambiamento, cosicché alla fine continueremo a mangiare come sempre, dicendoci che "tutto sommato va bene così".
Invece no, non va bene. E che l'alimentazione sia alla base di molte patologie gravi e croniche che affliggono i nostri tempi (e spessissimo i nostri figli) non è una novità. Quello che io ho sempre ritenuto grave è che i medici, ai quali mi sono sempre rivolta per un consiglio in tal senso, anche in caso di serie patologie, nulla mi hanno consigliato. Nulla.
Il prof. Berrino, di cui vedete le foto, noto per il quarantennale lavoro di ricerca all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, sottolinea che questo è dovuto a vera e propria ignoranza sul tema, da parte dei medici, i quali non fanno un solo esame di nutrizione nell'intero corso universitario. Nemmeno i gastroenterologi. Non è un paradosso questo? e quanti di noi ne sono al corrente?
Io invece nel tempo mi sono convinta che molte cose discendono dalla (cattiva) alimentazione. E me ne sono convinta non perché ho seguito la moda di questo o quel guru, considerato naturalmente ciarlatano dalla medicina ufficiale, ma al contrario perché ho letto tanto, ho letto libri scritti da medici e risultati di ricerche scientifiche che senza ombra di dubbio mostrano correlazioni tra abitudini alimentari e rischio di contrarre malattie gravi.


Ma non basta per cambiare. Non basta mai. Per questo continuo a leggere, a documentarmi, e a lasciare che ciò che leggo sedimenti lentamente dentro di me. Perché per cambiamenti veri e duraturi ci vuole tempo. Perciò non vi dirò che sono diventata vegetariana e neppure vegana all'improvviso, fulminata sulla via di damasco. Ma vi dirò che quella è la strada che a poco a poco sto percorrendo.
In questo percorso mi è capitato di assistere a un incontro con il Prof. Franco Berrino, tenutosi nella Facoltà di Agraria della mia città, due giorni fa. Un incontro molto interessante, per la personalità stessa del Professore, per il suo modo di porgersi e raccontare il modo che lo ha condotto alle ricerche che poi l'hanno reso noto, non solo in Italia ma anche all'estero (forse più all'estero che in Italia).
Avevo già letto molto su di lui e ascoltato più volte i suoi interventi. Chiunque può leggere la sua biografia e vedere facilmente dei suoi filmati, brevi, su youtube e i suoi consigli sintetici per la buona alimentazione. Ho avuto modo di seguire le indicazioni su ciò che con certezza è nocivo, per esempio il latte animale e lo zucchero.
Brevemente, possiamo dire che la corretta alimentazione deve essere basata su legumi (ogni giorno) con cereali integrali, verdura, e frutta. Questo è l'essenziale. E vista l'enorme vastità di varietà di alimenti a disposizione per ciascuno di questi gruppi, abbiamo modo di sbizzarrisci e variare il menù ogni giorno. Perché il segreto è anche questo: variare sempre il tipo di cereale, di legume, di verdura e di frutta consumati.
La seconda strada è il movimento, non ci vuole molto, anche solo mezz'ora ma ogni giorno. Perché il movimento mette in circolo energia, ossigena i tessuti, ci fa respirare meglio, aiuta la digestione.
La terza via è la meditazione, ogni giorno.
Adesso la strada mi pare più chiara, le indicazioni più precise. Poi come sempre ognuno dovrà essere protagonista della propria vita e decidere per proprio conto.
Io intanto leggo l'ultimo libro del Professore, che vi consiglio.


Patti Smith (io e i concerti)


Questa volta è l'occasione per scrivere due parole, sul concerto di Patti Smith, del 16 Giugno a Zafferana Etnea.
L'evento non era iniziato con i migliori auspici, prima di tutto perché la sede del concerto è stata spostata, e dal centro di Catania abbiamo dovuto spostarci a Zafferana. Inutile dire che, essendo un giorno feriale, se l'avessimo saputo per tempo non avremmo proprio comprato il biglietto probabilmente (oltre un'ora per arrivare). Ma poiché non ci è stato in alcun modo possibile raggiungere l'organizzazione per chiedere un rimborso, che ci è stato riferito essere comunque non previsto, ci è toccato andare.
E alla fine, a parte le discussioni al botteghino, non ce ne siamo pentiti. Un concerto per pochi intimi, potremmo dire; l'anfiteatro era pieno per una parte dei posti disponibili (meno della metà, a dire il vero, quelli occupati all'orario di inizio previsto). 
Ma il concerto è stato davvero bello. Patti Smith dimostra di essere tuttora una artista capace di reggere bene il palco e ci ha regalato oltre un'ora e mezza di spettacolo ininterrotto. Grandi classici i suoi: Gloria, Because the night, Elegie e naturalmente Horses. Il tutto senza risparmio di voce e di energia, invitando per altro la gente a scendere e ballare giù a un passo dalla band, per tutta l'ultima parte del concerto.
Gran finale con "People have the power" e infine unico bis, ma meritevole, con la bella "My generation" degli Whoo, compresa di "massacro" alla chitarra elettrica.
Una serata da ricordare

venerdì 19 giugno 2015

Letti di notte


La lettura è una delle mie passioni più antiche. Lo dico sempre e non mi stancherò di dirlo.
Nel nostro paese purtroppo non è una passione molto diffusa. E io penso che anche soltanto questo può fornirci una indicazione sui motivi per cui il paese si trovi al punto in cui è. Ma non è di questo che volevo parlare.
Mi capita spesso di parlare di libri su queste pagine, e cerco di farlo tutte le volte che posso anche nella vita comune con le persone che frequento. Mi piace proprio parlare di libri, di quelli che mi piacciono e di quelli che non mi piacciono, della impressione che mi hanno lasciato, delle sensazioni che ho provato con l'uno o con l'altro.
E trovo anche che bisognerebbe che ci fossero più occasioni per farlo, collettivamente.
Per questo sono contentissima di parlare di questa iniziativa alla quale purtroppo io non potrò partecipare: "Letti di notte". Si svolge in molte città italiane in contemporanea proprio domani 20 giugno. E' uno spazio libero, notturno, per la lettura. In ogni città si organizzano occasioni differenti. Autori, traduttori, in bici, al buio, in lingua o in dialetto, con la musica, o su un lettino, moltissime le alternative proposte. Una serata per celebrare la lettura in maniera nuova. Una buona occasione per lasciarsi affascinare. Che altro?
Spegni la luce, accendi la notte!


lunedì 1 giugno 2015

Il delitto dei giusti - André Chamson



Ancora una volta scrivo di un bel libro della piccola casa editrice Marcos y  Marcos, che personalmente io sostengo appassionatamente, sia per le scelte dei titoli tradotti che per i titoli italiani promossi con grande impegno e competenza.
Ma torniamo al titolo in questione, "Il delitto dei giusti". Si tratta di una piccola storia, ambientata in una provincia rurale, in cui una famiglia da sempre detta le regole del vivere civile, con il proprio parere dipana questioni familiari, di interessi, di litigi fra confinanti, con l'obiettivo di riuscire a mantenere la pace del piccolo centro. Ma tutta questa autorevolezza si incrina quando un fatto privato, accaduto all'interno alla famiglia, a poco a poco erode la sicurezza con cui ci si era erti a difensori della giustizia e della morale collettiva. Fino a decretare la fine della famiglia stessa, che si disgrega definitivamente.

Ci sono varie ragioni per cui mi è piaciuto questo libro, che si legge rapidamente grazie alla scrittura scorrevole. Una di queste è che l'elemento centrale e scatenante di tutta la storia è un episodio di incesto, che viene solo accennato, tra la figlia "sorda e selvatica" e il fratello più sensibile. Episodio raccontato con grandissima delicatezza. E questo lo trovo un elemento vincente nell'economia della storia. Avrebbe potuto assecondare una certa morbosa curiosità, nel dettagliare, nel soffermarsi sul racconto dell'evento, ma non l'ha fatto. In un certo senso i due protagonisti sembrano proprio scomparire dalla storia, che diventa rapidamente altro.
Una seconda ragione per cui mi è piaciuto è l'attenzione per i dettagli nel racconto del tracollo che questa famiglia poi subisce, accartocciandosi su se stessa, nel momento in cui il capofamiglia per primo non sa reagire con rettezza e correttezza, ma al contrario nel desiderio di nascondere (prima di tutto a se stessi) il frutto della vergogna, condanna se stesso alla solitudine, i familiari all'abbandono dei luoghi natii e la famiglia intera non solo alla scomparsa, ma quel che è peggio alla definitiva riprovazione collettiva della comunità che da sempre aveva guidato.

Un bel libro che consiglio decisamente.